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I rituali: come si preparano i piloti del WorldSBK in vista della gara?

Friday, 18 February 2022 08:28 GMT

Indossare guanti e stivali in un ordine preciso, ascoltare la musica e tanto altro: i protagonisti dello schieramento del WorldSBK ci raccontano le loro abitudini pregara

Gli esseri umani presentano tutte le varianti possibili. Gli sportivi, specialmente coloro che sono impegnati in un’attività rischiosa come le competizioni motociclistiche, potrebbero avere una scusa per il fatto di essere più superstiziosi della maggioranza. Ma quali sono? Parliamo dei rituali pre gara, delle abitudini, delle superstizioni e della psicologia sportiva per la maggior parte dei piloti del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike.

Il sei volte campione del mondo Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK) ha affermato: “Non ho troppe superstizioni, al momento si tratta più di abitudini. Infilo sempre la parte sinistra prima della destra, poi gli stivali e i guanti ma questa è la cosa più superstiziosa che mi capita. Le cose cambiano anno dopo anno. C’è stato un anno – più o meno il 2015 - in cui tutti i mercoledì prima di un round dovevo andare al McDonald dato che aveva portato bene prima delle due gare di inizio stagione. Ma alla fine oggi si tratta soltanto di infilare prima la parte sinistra e poi la destra; non è così complicato”.

Chaz Davies, nel 2021 portacolori del Team GoEleven, aveva tante superstizioni ma poi se n’è messe alle spalle una gran parte. Viene dal Galles, un’antica terra di bardi e Druidi e con un dragone di fuoco presente sulla bandiera nazionale. Possiede ancora dei portafortuna e dei talismani anche se ora la loro funzione è quella di renderlo contento e di consegnargli dei dolci ricordi.

“Ero solito avere diverse superstizioni ma le ho eliminate una a una; alcune erano ridicole,” ha detto Davies. Anche ora però, che nessuno gli chieda di prendere un aereo per andare a correre senza portarsi dietro il dollaro d’argento che gli è stato consegnato in America tanti anni fa da parte di un tifoso prima di fare doppietta a Laguna Seca. Inoltre possiede anche una borsa piena di giocattoli di peluche e altre cianfrusaglie che nel corso degli anni gli hanno mandato i tifosi. La borsa di solito viaggiava all’interno di un piccolo frigo nella cabina del conducente del truck Aruba Ducati ai tempi in cui Davies era pilota ufficiale. “Ho abbastanza portafortuna”, ha confermato Chaz. “Negli anni sono stato abbastanza fortunato per il fatto che la gente mi abbia dato questi regalini. Ho questo piccolo Buddha, un portachiavi a forma di peperoncino, mentre gli australiani mi hanno dato un piccolo orso Koala. Cose così… Mica li butto! Però non ho la sensazione che portino fortuna o cose del genere ma sono dei piccoli ricordi gradevoli. Ne ho tanti”.

Le superstizioni di cui si è sbarazzato, legate al numero che ha caratterizzato la sua prima parte di carriera (il 57), erano tante: “Solitamente mi allacciavo il casco al 57° secondo a prescindere da che ora fosse. Però le ho eliminate tutte. Ora ho la semplice abitudine di inserirmi prima il guanto sinistro, lo stivale sinistro e poi andando avanti sempre con la parte sinistra della moto. È iniziata come comodità ma adesso fa parte della procedura. A livello di subconscio sono abbastanza potenti, so che suona strano dato che non hanno alcun significato ma se senti di avere una routine marcata ed è consistente allora c’è tanto da dire a riguardo. Quando sali in sella è come se avessi messo tutto al posto giusto”, ha detto Davies. “Se non ne hai allora non hai nemmeno la soddisfazione di dire ‘ho compiuto la mia routine’ ed ecco fatto”.

Tom Sykes sullo schieramento utilizza il suo MP3 e gli occhiali da sole semplicemente per attutire il rumore dei generatori di calore per le gomme e per isolarsi dalla confusione della griglia di partenza. Ha diverse preferenze in termini musicali – un paio di tracce di Eminem, una di Rhianna, di Mumford e sons, Guns N’ Roses e Metallica: “Per me si tratta semplicemente di un modo per non ascoltare troppo quello che mi succede intorno”, ha detto Sykes. Per quanto riguarda le vere superstizioni, Sykes ha delle sensazioni molto chiare: “Per me niente di tutto questo, non è il contesto per essere superstiziosi. Mi sono sempre ripromesso di non esserlo dato che negli sport a motore con quella mentalità semplicemente se non fai bene qualcosa e scendi dalla moto e se sei superstizioso, allora si tratta di qualcosa che ti si ritorce contro”, ha detto Sykes, pilota molto esperto che vanta oltre 300 gare nel WorldSBK e campione del mondo 2013. Sykes non entra nella modalità ‘Tom di gara’ fino al giro di riscaldamento. “Altri piloti già lo sono anche prima di uscire dal box”.

Eugene Laverty (Bonovo Action BMW), semplicemente per la sua nazionalità, si dice che abbia ‘la fortuna dell’irlandese’. Nel Regno Unito un trifoglio a quattro foglie e il trifoglio irlandese in generale vengono considerati come dei simboli che portano fortuna ma da giovane Laverty la vedeva totalmente all’opposto: “Oggi non sono superstizioso ma lo ero quando ero più giovane. Ero convinto che i portafortuna irlandesi in realtà mi portavano sfortuna e quindi non volevo aver niente a che fare con loro! A ogni modo me lo sono tolto dalla testa quando tutto questo iniziava a interferire con le mie gare. La routine rappresenta la chiave per evitare che i nervi entrino silenziosamente. Arrivo nel box dieci minuti prima di salire in sella alla moto, mi prendo alcuni minuti per parlare del programma con il mio capotecnico e con il mio ingegnere elettronico, poi inizio a mettermi gli auricolari quando mancano cinque minuti alla partenza. Prima mi metto il guanto sinistro e poi quello destro ma ancora una volta si tratta di semplice routine e non di superstizione. Mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la moto quasi in modalità pilota automatico pronto per mettermi al lavoro senza il minimo nervosismo”.

Articolo pubblicato con l'autorizzazione del Programma Ufficiale del WorldSBK.

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